Mascherine contro la violenza

Progetto finanziato dall’ AVVISO PUBBLICO “SUPPORTO ALLA GESTIONE DEI BENI CONFISCATI” ASSE II - OBIETTIVO SPECIFICO 11 AZIONE 9.6.4 DEL P.O.R. CAMPANIA FSE 2014-2020

Mascherine contro la violenza

La Cooperativa Sociale E.V.A., la cui mission è la prevenzione ed il contrasto della violenza maschile contro le donne ed i bambini, è attiva da 20 anni, dispone di 28 dipendenti e 5 consulenti, gestisce 5 centri antiviolenza e tre case rifugio in Campania, e,  per le difficoltà incontrate nel sostenere l’ autonomia e l’indipendenza economica delle donne, ha da anni  investito  in interventi di inserimento lavorativo realizzando  “Le ghiottonerie di Casa Lorena”, un laboratorio di catering, di produzione di confetture e pasticceria. 

 

Prima dell’imprevedibile crisi generata dal coronavirus, in rete con le associazioni  Co2 Crisis Opportunity, daSud, la Rete San Leucio Textile e Agrorinasce ha programmato  una nuova iniziativa imprenditoriale nel bene confiscato alla famiglia Schiavone del clan dei Casalesi sito in via Bologna, 16 a Casal di Principe, (1250 mq di cui 592 interni e 658 esterni) affidato alla cooperativa EVA e già ristrutturato secondo le normative vigenti finalizzato a potenziare gli interventi per il sostegno dell’autonomia delle donne in uscita da situazioni di violenza e orientata a posizionarsi nell’ambito delle produzioni di lusso e di eccellenza.

 

L’idea proposta in risposta ad un avviso pubblico (“SUPPORTO ALLA GESTIONE DEI BENI CONFISCATI” ASSE II - OBIETTIVO SPECIFICO 11 AZIONE 9.6.4 DEL P.O.R. CAMPANIA FSE 2014-2020) ed  e ammessa al finanziamento  dalla regione Campania prevede l’ attivazione di un piccolo atelier esclusivo che utilizzi le preziose sete di San Leucio, partner associato, e produca  accessori, in particolare foulard, fasce e turbanti, ornamento adottato dalle tante donne, che soggette a terapie salvavita per malattie oncologiche, perdono i capelli  ma non per questo rinunciano alla cura di se stesse e alle relazioni sociali.

Un laboratorio completamente diverso dalle tante imprese di ristorazione o attive nel food e dalle sartorie etniche già presenti sul territorio campano nei beni confiscati con canali e politiche di vendita alternative ai consueti circuiti di nicchia del sociale e dei “beni etici” per un mercato nazionale ed estero ad alta remuneratività nell’ambito dei prodotti di lusso che al momento della progettazione registravano un costante trend di crescita.

Il piano di commercializzazione della nuova linea imprenditoriale per la quale si è ottenuto il finanziamento partiva da un ribaltamento della logica che ha attraversato le precedenti esperienze di impresa sociale nei beni confiscati spostandosi dall’ambito dei prodotti alimentari di largo consumo ma poco remunerativi, se pure di grande qualità, ai prodotti di lusso nel campo della moda. Per rendere sostenibile e soprattutto realizzabile un così grande salto di prospettiva si è pensato di lanciarsi, in questo campo altamente competitivo, attraverso una limitata offerta di prodotti, gli accessori per capelli, contando su una materia prima di eccellenza e già riconosciuta ed apprezzata, su un livello di competenze sartoriali necessario alla loro realizzazione facilmente acquisibili, sull’altissimo profilo del progetto sociale in essi incastonato. Comprare un foulard o un turbante della nuova impresa avrebbe voluto dire sostenere l’autonomia delle donne in uscita dalla violenza e la loro libertà ma anche valorizzare la soggettività e la forza delle donne che si riscattano da condizioni di grande difficoltà.

 

La condizione di emergenza sanitaria ed economica in corso, ci spinge a ripensare, almeno temporaneamente, l’impianto del progetto e tutte le valutazioni imprenditoriali che lo guidavano.

Sempre nell’ottica dell’inserimento lavorativo delle donne in difficoltà ed in uscita da situazioni di violenza e, in ottemperanza alle finalità del bando per la piena valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata, stiamo valutando l’opportunità nel breve e medio periodo di produrre, piuttosto che gli accessori di lusso previsti dal progetto, dispositivi di protezione individuale (mascherine) di cui c’è e ci sarà un’urgente e grande richiesta. Tutte le finalità sociali del progetto iniziale resterebbero conservate e si darebbe risposta ad un bisogno nuovo e purtroppo al momento inevaso nell’intero territorio nazionale.

La produzione di mascherine è già in corso, grazie al materiale idrorepellente e a norma fornito dalla Rete San Leucio Textile e al lavoro delle donne impiegate nel laboratorio attrezzato a Casal di Principe.

 

La formazione delle donne sarà valorizzata dalla collaborazione con le sartoria del laboratorio del Teatro di San Carlo di Napoli, le quali aderiscono al progetto mettendo a disposizione la loro arte sartoriale per trasmettere i loro saperi artigianali. 

Obiettivi

il progetto rivisitato si pone i seguenti obiettivi:

  • realizzare una nuova attività imprenditoriale mirata nel breve /medio periodo a soddisfare una grande richiesta generata dall’emergenza sanitaria ma comunque attenta anche alla responsabilità sociale di tutto il processo produttivo dall’acquisizione delle materie prime, alla lavorazione e commercializzazione;
  • incrementare il numero delle donne occupate in modo stabile in continuità con il progetto sociale già proposto dalla Cooperativa E.V.A. a Casa Lorena, che sostiene l’indipendenza economica ed i progetti di autonomia e di libertà delle donne in uscita da situazioni di violenza attraverso la vendita di prodotti di qualità realizzati nei beni confiscati;
  • consolidare la percezione dei beni confiscati come bene comune e concreta alternativa alle economie criminali incidendo in misura più significativa sul sistema di sviluppo locale e sulle reti sociali, attivando processi di crescita sostenibili in termini economici ed ambientali, promuovendo la legalità, la diffusione di una cultura attenta alla valorizzazione della soggettività delle donne;
  • attivare una rete virtuosa di imprese e di donne che sostengono altre donne per l’uscita da condizioni di temporanea difficoltà o perché prive di opportunità e danneggiate dalla violenza o perché segnate dalla malattia ma tutte determinate ad affermare la propria soggettività e la voglia di riprendersi il governo della propria vita.

 

Azioni

A tal fine saranno realizzate le seguenti azioni:

  1. Allestimento di un atelier mirato alla produzione di mascherine e tute prodotti con le stoffe della Rete San Leucio Textile.
  2. Strutturazione e formazione di un gruppo di lavoro competente a partire dalle modalità sperimentate a Casa Lorena.
  3. Implementazione di canali di commercializzazione dei prodotti attraverso le reti istituzionali attivate dai partner e attraverso il terzo settore e privati
  4. Attivazione di una campagna di comunicazione per sensibilizzare e diffondere, quale buona prassi, il valore dell’impresa promossa in termini di innovatività nel riutilizzo dei beni confiscati e di promozione della forza delle donne che riescono a ricostruire la propria vita. 

 

Destinatarie

Il gruppo di lavoro impegnato nella nuova produzione è composto al momento da 4 donne in difficoltà in uscita da situazioni di violenza sostenute nei centri antiviolenza e nelle case rifugio che hanno seguito il percorso di empowerment da anni sperimentato a Casa Lorena.  

I Partner

La rete di imprese San Leucio Textile produttrici delle sete secondo la tradizione di San Leucio. La Real Colonia di San Leucio ha sviluppato, grazie al progetto illuminato di un re, sin dal 1789, la produzione di uniche e pregiatissime stoffe famose in tutto il mondo. Oggi questo Sito Reale insieme al suo museo della Seta e la Reggia di Caserta, è Patrimonio dell’Umanità riconosciuto dall’UNESCO. Nei secoli l'alta qualità dei prodotti e la singolare tradizione manifatturiera hanno permesso la diffusione della seta di San Leucio in tutta Europa e oltre, dal Vaticano, al Quirinale, fino allo Studio Ovale della Casa Bianca dove sono presenti tutt'oggi. Le aziende che operano sul territorio hanno dato vita alla rete San Leucio Textile, partner associato del progetto, per agevolare la crescita e lo sviluppo del comparto tessile e per tutelare, valorizzare e garantire la qualità e l'originalità dei prodotti leuciani e promuoverli in ambito internazionale. La collaborazione con la rete San Leucio Textile è fondamentale per la realizzazione del progetto anche per l’apporto di competenze nell’ambito di intervento dell’iniziativa.

 

Co2 Crisis Opportunity Onlus che si occupa di comunicazione sociale con l’intento di rendere protagonista il mondo non profit e a sostegno delle associazioni che lavorano per il riutilizzo sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata ha come priorità la creazione di reti, sia a livello locale sia nazionale, per sviluppare progetti comuni. L’associazione si è caratterizzata negli anni per la volontà di facilitare processi di co-progettazione, ritenendo la creazione di reti e sinergie fondamentale per valorizzare le risorse e l’incontro tra realtà che troppo spesso non si parlano. Sarò pertanto di sostegno per la rete territoriale e di progetto.

L’associazione contribuirà inoltre con le altre alla campagna di diffusione e disseminazione culturale del progetto, dei suoi obiettivi e dei suoi risultati.

 

daSud un’associazione antimafie che mette in rete competenze per lavorare al contrasto socio-culturale delle mafie, attraverso un percorso di approfondimento, elaborazione, racconto e sensibilizzazione, che si propone di recuperare memoria dal basso, elaborare un nuovo racconto delle mafie, costruire un nuovo immaginario antimafia, promuovere i diritti civili e sociali, prendersi cura delle questioni di genere.

In questo progetto l’associazione insieme agli altri partner contribuirà alla campagna di diffusione e disseminazione culturale del progetto e dei suoi obiettivi e dei suoi risultati.

 

Consorzio Agrorinasce Società consortile a responsabilità limitata costituita dai  Comuni di San Cipriano d'Aversa, Casal di Principe,  Casapesenna,  S. Marcellino, S. Maria la Fossa, Villa Literno, che si prefigge lo scopo di intraprendere iniziative concrete atte al rilancio ed allo sviluppo produttivo ed occupazionale dell'area dei Comuni, attraverso la realizzazione di progetti tesi al recupero giovanile, a migliorare la qualità della vita ed a sanare il degrado ambientale, interrompendo il circolo vizioso esistente fra disoccupazione e criminalità, nell'ottica di conseguire uno sviluppo sostenibile. Con il consorzio Agrorinasce la Cooperativa E.V.A. condivide da anni il lavoro sociale sul territorio a partire dalla procedura ad evidenza pubblica che ha individuato la Cooperativa E.V.A. quale affidataria dei beni confiscati ed ha concretizzato il comune impegno nella promozione della legalità, della diffusione culturale, del contrasto e della prevenzione della violenza maschile contro le donne e della promozione dei diritti dei minori attraverso la condivisione di numerose attività realizzate sui beni confiscati e non solo. Il consorzio è stato partner del Progetto “S.F.I.D.A.”, del Progetto “I.A.R.A.”, del progetto “Lorena Casa delle donne contro la violenza” finanziati dal DPO, del progetto “Per crescere un bambino ci vuole un villaggio” finanziato dal ministero del Welfare, del progetto finalizzato alla ristrutturazione di via Bologna e dei tantissimi eventi di sensibilizzazione realizzati sul territorio. In questo progetto il Consorzio condividerà gli interventi di sviluppo di economia sociale sostenendo attivamente le rete locale e le attività di sensibilizzazione e di diffusione del prodotto attraverso il proprio canale YouTube, il portale e tutti propri canali.

 

Il progetto ha ricevuto il plauso della Ministra per le Pari Opportunità Elena Bonetti