La camorra ha mille volti e tanti responsabili. Cominciamo da noi.

L’omertà, il silenzio collusivo, l’assuefazione al sistema clientelare, la minimizzazione mascherata dal garantismo delle contiguità emerse con chiarezza tra politica e criminalità organizzata, rappresentano, al pari del vivere in un territorio senza opportunità e senza possibilità di sviluppo,  il terreno di coltura nel quale le mafie si generano e si riproducono.

A partire da queste convinzioni come cittadine e cittadini di S. Maria C.V. dopo l’arresto dell’ex sindaco e di un funzionario comunale per turbativa d’asta e l’attivazione dell’indagine sul presidente del PD in Campania per concorso esterno in associazione mafiosa, riteniamo sia doveroso richiamare l’attenzione collettiva su quanto è accaduto nel nostro territorio facendo appello al senso di responsabilità di tutti. E’ evidente che questa vicenda territoriale va ben oltre la terra dei fuochi  e possa mettere in difficoltà i vertici del partito di governo.

Tante volte ci siamo chiesti come fosse possibile eleggere a sindaco un uomo così compromesso per la sua storia familiare e come fosse possibile che potesse disporre come amministratore  pubblico della gestione dei beni confiscati a suo  padre. Certo non ci saremmo aspettati che  per la ristrutturazione  di uno di quei beni attivasse una nuova rete di appalti e mazzette e che, proprio come suo padre,  per le sue manovre si servisse di noti e alti esponenti della politica regionale. Lo schema è sempre lo stesso, pacchetti di voti in cambio di sostegno per acquisire potere e risorse, gestire appalti, incassare tangenti.  Nel comunicato stampa diffuso dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica presso il Tribunale di  Napoli si legge che le indagini dalle quali è scaturito il  provvedimento restrittivo  “hanno fatto luce sulla gestione degli appalti da parte del comune di Santa Maria Capua Vetere, evidenziando i legami del pro tempore sindaco Di Muro Biagio e di altri esponenti apicali di detta amministrazione comunale con il clan dei casalesi con specifico riguardo alla fazione capeggiata dalla famiglia di Michele Zagaria”.

Ci chiediamo quindi  come possa essere possibile portare avanti in questo scenario una campagna elettorale serena ed equilibrata considerando che ancora molta luce deve essere fatta nella gestione della macchina amministrativa e che  in molte liste di diversi schieramenti  saranno  presenti inevitabilmente persone vicine al vecchio sistema politico- clientelare pronte  a riproporlo. Il rischio è che il livello di tolleranza si sia alzato al punto che tutto venga  considerato come inevitabile. Tirarsi fuori non basta, bisogna cominciare a pensarsi protagonisti rivendicando il diritto di fare politica fuori da queste dinamiche.

Abbiamo chiesto al Prefetto di Caserta, nell’attesa che la magistratura continui a fare chiarezza, di nominare con la massima urgenza una Commissione di Accesso per il comune di S. Maria C.V e di intervenire perchéqueste elezioni non si tengano.

 

Facciamo appello ora alla società civile, al mondo dell’associazionismo, del Terzo settore, del sindacato, a tutti coloro che da parlamentari, da amministratori, cittadini attivi e consapevoli vogliono condividere la nostra battaglia di legalità per sostenerci in questa richiesta e  sottoscrivere il nostro appello.




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